Antonia, sei la responsabile dello sportello Trans ALA Milano Onlus. Come nasce il tuo impegno sociale e come sei arrivata a ricoprire il ruolo che svolgi adesso?
Nasce nel lontano 2002 quando mi sono avvicinata per la prima volta all’ArciTrans “La Fenice” situata all’interno dell’Arcigay CIG Milano. Lì incontrai la presidente Deborah Lambillotte.
All’epoca da una mia carenza sono riuscita ad attingere a una risorsa esistente e, nello stesso tempo, farmene carico per portarla avanti nel tempo. Negli anni a seguire ho partecipato a delle formazioni per perfezionare il mio ruolo e avere più strumenti per svolgere il lavoro che ancora oggi porto avanti offrendo un servizio specifico.
Come è stata la tua adolescenza e come hai affrontato il tuo sentirti una donna nel corpo di un ragazzo?
La mia adolescenza è stata confusionaria ed è stata caratterizzata dall’abuso di alcool, da un tentato suicidio, dalla fuga da casa e dal contesto in cui vivevo. Dovevo fare i conti con una società, quella pugliese, ostile, maschilista e sessista. Non avevo nessuna informazione e nessun strumento, solo tanta voglia di essere me stessa: una donna.
Da sempre la figura della donna transgender è legata alla prostituzione e questo binomio è difficile da sconfiggere e di certo certa stampa non aiuta affatto. Quando leggi sui giornali notizie legate a questo tema che cos’è che ti da più fastidio?
Bisogna premettere che la prostituzione negli anni passati è stata l’unica risorsa a cui le transgender potevano attingere per essere donne. Oggi come oggi, grazie soprattutto al lavoro svolto dalle associazioni di riferimento lgbt e alla collaborazione in questi ultimi anni delle istituzioni, la persona transgender può scegliere un’alternativa a essa. Certo è che quando leggo ancora oggi alcuni articoli di giornale mi si accappona la pelle per il continuo uso di termini come “Viados” o per le declinazioni dei pronomi riferiti al sesso biologico della persona trans, o ancora l’indicare il nome al maschile, e il dare per scontato il binomio trans=prostituzione. Credo che dietro a tutto questo ci sia poca professionalità e ciò danneggia la dignità delle persone transgender.
Di recente è scoppiata un grande polemica legata alla sepoltura di una donna transessuale con gli abiti maschili. Tu come hai reagito a questa notizia e che cosa hai pensato nel leggerla?
L’ho letta e sinceramente mi è salito il sangue al cervello dalla rabbia. Non so come fossero i rapporti tra questa donna transessuale e i suoi famigliari, ma, a ogni modo, ho trovato molto ingiusta la scelta della famiglia. Un non rispetto da parte della famiglia verso la dignità di una figlia trans. Ancora una volta ho visto danneggiare la dignità di tutte le persone trans e non solo della defunta in questione.
L’Italia si sa non è proprio uno dei Paesi più propensi all’omosessualità e i continui rimandi di una legge contro l’omofobia o del riconoscimento dei diritti civili ne sono una dimostrazione. Anche l’attuale premier sta seguendo le orme dei suoi predecessori rilasciando tante promesse e non mettendo in pratica nessun fatto, almeno al momento in cui ti parlo. Quando, secondo te, l’Italia sarà pronta a riconoscere pari diritti e pari doveri a tutti i suoi cittadini? E secondo te chi dovrebbe governare questo Paese affinché si allinei allo standard europeo?
Quando, secondo me? Sinceramente credo che non ci sia un tempo per, bensì credo che la maggior parte della popolazione italiana sia pronta da moltissimo tempo ai cambiamenti verso l’emancipazione; non per niente alle manifestazioni pubbliche come i Pride, che si svolgono ogni anno dagli anni 70 in molte città italiane, vi partecipano tante persone lgbt, ma anche famiglie, amici, simpatizzanti eterosessuali con l’unico scopo di rivendicare pari diritti, pari dignità e pari opportunità per tutti ponendo fine alla divisione fra cittadini di serie A e di serie B. Chi ci dovrebbe governare? Bella domanda! A volte vediamo che coloro che ci governano sono persone incompetenti che promettono, ma non mantengono. Interlocutori non affidabili. Tutto questo mi sconforta.
Al momento vivi a Milano capoluogo della Lombardia regione che da sempre rimanda alla mente, politicamente parlando almeno, alla Lega. Proprio i suoi esponenti, Bonanni e Salvini giusto per citarne due, sono contrari all’omosessualità tanto da sentirsi vicini alla Russia di Putin e di volerne seguire l’esempio. Da milanese d’adozione, che cosa ne pensi di tutto ciò? Pensi che la Lega possa influenzare altri partiti?
Spero di no! A Milano abbiamo una giunta comunale favorevolissimissima alle pari opportunità, è stata creata la Casa dei Diritti dove l’organizzazione a cui faccio parte, l’associazione ALA Milano Onlus, collabora con le operatrici presenti e con la giunta comunale. Non per niente quest’anno la Casa dei Diritti ospiterà una mostra fotografica denominata “Il tuo tabù e la mia famiglia” per l’evento annuale del Transgender Day of Remembrance.
Tornando al tuo lavoro, c’è un’esperienza che ti è rimasta particolarmente al cuore?
Tutte le persone che ho accolto nel mio ufficio e non solo, che ho ascoltato, che ho seguito e che continuo a seguire hanno, da sempre, uno spazio nel mio cuore. Sono tante le persone che usufruiscono del servizio che offro e sono soddisfatta del lavoro che svolgo con l’aiuto e il supporto delle persone che fanno parte dell’associazione ALA Milano Onlus.
Per concludere, che cosa consiglieresti a tutte le persone trangender al fine di convincerli a venirti a trovare per chiedere il tuo aiuto?
Non ho bisogno di convincere nessuno, io ci sono! C’è uno spazio accogliente che è la sede dove opero, una serie di strumenti quali linea telefonica, mail e social network pronti all’ascolto e all’accoglienza e un team di persone accanto a me pronte ad attivarsi per supportare la persona che necessita di aiuto, dei servizi e delle associazioni esistenti sul territorio milanese, lombardo ma anche nazionale con le quali collaboriamo in rete per facilitare i percorsi di vita quotidiana delle persone transgender e delle loro famiglie.
ALTRI MONDI – Estrapolazione dell’intervista integrale che potete trovare qui realizzata da Francesco Sansone