Recensione di Monica Ferrari, counselor e educatrice presso il progetto Via del Campo, sul documentario “Antonia” del regista svizzero Dimitri Singenberger, proiettato in prima visione mondiale presso il 28°Festival Mix Milano. Recensione: Conosco Antonia da diversi anni, anni nei quali ho avuto modo di conoscere varie sfumature del suo carattere, l’ho vista sicura, fragile, arrabbiata, felice, furiosa e spensierata ma il video di Dimitri Singenberger è riuscito a svelare parti che spesso Antonia cerca di tenere celate. Antonia in questo “docu-film” si è messa a nudo, non solo metaforicamente, non ha avuto paura di mostrarsi per quello che è tra le mura di casa, senza trucco né vestiti, sfoggiando un animo nel contempo seduttivo e malinconico, sfacciato e contemporaneamente riservato e pudico.
Si è mostrata a 360 gradi come solitamente non fa, mettendo da parte la Antonia pubblica, militante, sicura di sé a volte al limite dello scontroso, per mostrare la donna che ammicca, che seduce, che scopre e contemporaneamente viene scoperta.
Se da un lato si racconta, costringe anche il suo interlocutore a mostrarsi, a svelare emozioni sensazioni che lui vorrebbe restassero dietro alla macchina da presa. Spesso si coglie l’imbarazzo del regista che si trova suo malgrado a riflettere su pensieri, comportamenti, stereotipi in un gioco delle parti che gli sfugge di mano, come se l’attore fosse lui e le redini del gioco fossero in mano a colei che dovrebbe essere raccontata, Antonia.
Vedere questo docu-film ti lascia la sensazione di aver fatto un viaggio, e come dice Maruja Torres: ”la maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita o una vacanza, ma un sogno. Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, fotografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti alla televisione”