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SONO DIRITTI NON CAPRICCI

Set 11, 2023

Si susseguono da più fronti gli attacchi alla carriera alias, l’importante strumento per la tutela di studenti e studentesse transgender che permette loro di essere chiamati/e con il nome di elezione a scuola, prevenendo così fenomeni di bullismo e di abbandono scolastico.

La mozione presentata a Regione Lombardia dal Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia nel mese di luglio, poi ritirata e ora ripresentata per la discussione il 12 settembre, ha suscitato la reazione indignata delle associazioni studentesche e universitarie, e di alcune associazioni per la tutela dei diritti delle persone LGBT+ come ACET, AGEDO, ALA e I Sentinelli, riuniti nel ‘Coordinamento Carriere Alias Lombardia’.

Chiediamo che la mozione venga definitivamente ritirata”, affermano i rappresentanti del Coordinamento che avevano già organizzato un sit-in presso la sede di Regione Lombardia il 4 luglio, quando era prevista la prima discussione, e ripropongono il sit-in oggi 11 settembre, il giorno prima della data prevista per la discussione in aula nuovamente annullata.

“A prescindere dal fatto che la Regione non ha competenza su questo tema, le motivazioni addotte nella mozione per dare battaglia alla carriera alias si potrebbero definire ridicole, ma evitiamo di farlo per rispetto delle drammatiche conseguenze che la sua abolizione potrebbe avere per le giovani persone transgender e le loro famiglie” affermano i rappresentanti del Comitato. “La mozione parla di “contagio” sociale come se fosse qualcosa di trasmissibile, senza sapere che essere transgender non è un comportamento che si possa imitare né è una scelta, ma è un modo di sentire nel profondo la propria identità di genere”.  Viene inoltre citato a sproposito nella mozione uno studio della psicoterapeuta Jiska Ristori, che risponde affermando come i dati sul ‘ripensamento’ delle persone transgender siano stati interpretati in modo opposto a quanto lo studio sosteneva e afferma di ritenere la carriera alias “un importante strumento di supporto al buon funzionamento psicologico di giovani persone transgender”.

Quanto alla presunzione di illegalità della carriera alias sostenuta nella mozione, Roberto Brigoni di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+, suffraga le posizioni del Coordinamento smontando punto per punto le argomentazioni contenute nella mozione (vedi oltre).
Il Cooordinamento inoltre ricorda che la carriera alias è uno strumento già presente nel CCNL “Istruzione, Istruzione, Università e Ricerca” approvato, tra gli altri, dal Ministro Valditara.

Secondo recenti ricerche oltre il 40% delle persone transgender di età compresa tra i 12 e i 18 anni lascia la scuola prima di aver terminato gli studi, per l’imbarazzo di dover continuamente spiegare l’incongruenza tra il proprio aspetto e il nome anagrafico, e per i conseguenti episodi di bullismo. L’iter legale per l’affermazione di genere, per arrivare ad avere la propria identità riconosciuta anche nei documenti anagrafici, è infatti lunghissimo in Italia.
“Continuare ad attaccare la carriera alias, come ha di recente fatto il anche il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Pietro Macconi nella sua lettera di diffida alle scuole lombarde, e come continua costantemente a fare ProVita, significa voler scientemente favorire bullismo e abbandono scolastico, incuranti del benessere delle giovani persone transgender e delle loro famiglie”, concludono concordi i rappresentanti del Coordinamento.

Le scuole lombarde che hanno nel Regolamento scolastico la carriera alias sono 33 in Lombardia e 252 in tutt’Italia secondo i dati continuamente aggiornati raccolti da Agedo.

Per informazioni, approfondimenti e interviste:

Comitato Coordinamento Carriere Alias Lombardia

 Email: coordinamentocarrierealias@gmail.com

Guglielmo Giannotta: 338 3943660
Carlo Fossati: 34560400
Sveva Pontiroli: 3913932676

Leggi il parere di Rete LenfordLa legittimità della identità alias nelle scuole: Domande e Risposte

Leggi anche i pareri raccolti da Agedo in occasione del primo attacco sferrato alla carriera alias da ProVita a dicembre 2022, quando diverse scuole in tutt’Italia erano già state raggiunte da diffide prive di fondamento.